Tema Bujinkan 2015 – di Bernard Grégoire Shihan - Bujinkan Quebec Il tema assegnato per il 2015 è pressoché strano, Goko Goshin. Il primo kanji "go 悟" è quello utilizzato per “Satori”. Spesso tradotto come “Illuminazione”, che nel contesto può anche essere tradotto come “comprensione”. Se ci spingiamo un po’ oltre, possiamo portarne la traduzione ad un altro livello con il termine “percezione”. Come percepiamo ciò che era davanti a noi. Il Soke ha affermato più volte che negli ultimi 42 anni, ha viaggiato attraverso le tecniche. Quello era il momento nel quale aggiungere i pezzi che ci mancavano per capire e eseguire ciò che avevamo appreso nel corso degli anni! Il secondo kanji, "ko 光", o “hikari”, si traduce con il termine “luce”. Nessun dubbio qui, questa espressione enfatizza la comprensione di ciò che ci porta la Bujinkan. Quando mostrai a Nagato la lettera che Hatsumi Sensei mi diede riguardo al tema dell’anno, egli tradusse i primi due kanji come “la luce dalla luce”. Sembrava affascinato da questi kanji. Il terzo kanji, un altro "go 護", tuttavia scritto in modo diverso, chiamato “mamoru”. Questo kanji può essere tradotto come “protezione”, “difesa” e anche come “monitorato, controllato”. E alla fine, l’ultimo kanji "shin 心" che è anche conosciuto come “kokoro”, “cuore”. Che può anche significare “mente”. L’unione degli ultimi due kanji può essere tradotta come “difesa del cuore”, “protezione dello spirito”. Credo possiamo affermare che il punto su cui focalizzarsi nel 2015 sia la comprensione di ciò che facciamo. Non dobbiamo comportarci come dei robot che eseguono le tecniche senza comprenderne i meccanismi. Senza la comprensione, è difficile adattarsi agli attacchi che non abbiamo mai visto prima. Sono appena arrivato dal Giappone, e ho potuto notare che tutti gli istruttori giapponesi condividono lo stesso motto, e lo stesso metodo di esaminare le basi, riempiendo così tutti quei vuoti che a noi mancano. Fu richiesto molto impegno sotto il punto di vista dell’aspetto psicologico di un combattimento. Anche relativo alle nostre risposte emozionali al dolore. Nell’utilizzo del vuoto come strumento per batterci durante una lotta. In breve, questo sembra un anno molto promettente. ------------------------------------------------------------------------- Goko Goshin 悟光護心 Il Tema Bujinkan dell’anno 2015 Chiedendo a diversi Buyu che si sono recati nei primi mesi dell’anno dal Soke e all’inaugurazione del nuovo Hombu Dojo, durante il mese di Febbraio, ho potuto scoprire il Tema dell’Anno, anche tradizionalmente chiamato “La Canzone dell’Anno”. Lo Shihan Darren Horvath fu il primo ad affermare che le sillable che compongono ciò che il Soke ha scritto quest’anno, significano “Goko Goshin”. Tuttavia prendendo solamente i kanji per riflettere ed arrivare alla comprensione. Inoltre, il mio insegnante, Lo Shihan Lagrand, mi ha detto che il tema di quest’anno si basa in particolare sulla “spada” e il “nagamaki”. Fu in quel momento che lo Shihan Juan Manuel Gutiérrez, mi inviò l’immagine del kakemono che il Soke ha disegnato per lui. Certamente fu difficile comprenderlo in un primo momento, perché il Soke lo ha realizzato con calligrafia libera. Ma senza dubbio, sono arrivato a capire ciò che c’era scritto. Go (悟) anche pronunciato come “satori” che significa “illuminazione spirituale” nel Buddismo, e “Comprensione”. Ko (光) anche pronunciato come Hikari, significa “luce”. Go (護) significa difesa, protezione. Come ad esempio difesa personale (Goshin, 護身) Shin (心): o anche kokoro. E’ la “mente del cuore”. O lo “Spirito”. Considerato che ciò che è scritto è senza subbio una guida spirituale (ShininBudo, 神韻 武 導), ogni persona vede ciò da diverse prospettive, ed arriva a comprendere in modo leggermente diverso. Dovuto anche alle differenze tra le società, le culture, l’idiosincrasia, ecc. Ma essenzialmente non esiste un solo significato per raggiungere la comprensione. E questa è la luce, un flash della nostra comprensione. Per me significa anche “proteggere il cuore attraverso la luce della comprensione”. Anche se viene utilizzato per descrivere il concetto di difesa personale (Goshin, 護身). Unendo la combinazione di kanji con il kanji di “spirito” o “cuore” come “difesa spirituale” (Goshin, 護 心). Ho capito che si trattava di un significato più profondo dopo una lunga riflessione sul Goko Goshin, che può anche essere tradotto come “Difesa spirituale nella luce del Satori”. Liberi dai demoni e dall’oscurità dell’ignoranza, che ci portano ad avere dubbi e paure. La luce della comprensione è conoscenza, e sapremo che ci sarà chiarezza e comprensione, scacciando le paure dai nostri cuori. Ed è un fatto che la comprensione (satori, 悟), e conoscenza della Luce (Hikari, 光) la nostra migliore difesa personale (Goshin, 護 心). 武風一貫頑張ってね!Bufu Ikkan Gambatte ne! Shidoshi Ho. Randy Lázaro Muñoa Torrez ShinShin DojoKai. Bujinkan Cuba ------------------------------------------------------------------------- GOKO GOSHIN L’ispirazione del tema per il 2015 assegnato a tutti i membri della Bujinkan è “GOKO GOSHIN” proposto dal Soke Masaaki Hatsumi. (Gli ho appena parlato al telefono, quindi potrei anche non averne interpretato il concetto in modo giusto). La mia veloce traduzione potrebbe contenere degli errori, quindi considerate questo aspetto durante la vostra lettura. Go 悟Satori – Discernimento, illuminazione, comprensione, percezione, realizzazione. Ko 悟Hikari – Significa brillare, luce, paesaggio, onore. Goko può essere percepito / compreso come "la luce che deriva dal raggiungimento del Satori". Go 護Mamoru – Significa protezione, salvaguardia, obbedienza, proteggere. 心 Shin / Kokoro, significa cuore, spirito e anche a volte tradotto come mente. Una grande sfida che ispirerà noi insegnanti. Non è un compito facile. Gambatte Kudasai, Arrivederci. Tenryu. Christian Petrocello ------------------------------------------------------------------------- Il tema di quest’anno sembra apparentemente essere: “Goko Goshin”. O, "la luce del Satori che protegge il cuore e lo spirito”. Inoltre, Sensei sembra apparentemente utilizzare molto il Nagamaki. Arnaud Coursegue ------------------------------------------------------------------------- Nagamaki 長巻 Cortesia del Bujinkan Dojo Düsseldorf Letteralmente tradotto (lungo avvolgimento) è una tipologia di spada tradizionale giapponese (nihonto) con un'impugnatura extra, utilizzata dalla classe sociale dei Samurai nel Giappone feudale. Il nagamaki era una spada lunga con una lama che poteva raggiungere la misura di due o più piedi, ed una impugnatura della lunghezza simile a quella della lama. La lama era a taglio singolo, e rassomigliava alla lama di una naginata, ma con una sostanziale differenza nel come la lama veniva montata. L'impugnatura (tsuka) del nagamaki non era fatta con una semplice asta di legno come per il naginata, ma era costruita più similarmente all'elsa di una katana. Anche se il termine “nagamaki” (lungo avvolgimento) è dato dalla tradizione dell’avvolgere l’impugnatura. L’elsa del nagamaki era avvolta con pelle e corda di seta in modo incrociato, molto simile all’avvolgimento che viene effettuato per la katana. Il nagamaki si dice si sia evoluto da un nodachi estremamente lungo o da una ōdachi che venivano descritte o illustrate nella letteratura del quattordicesimo secolo. La lunghezza della lama varia nel nagamaki. Tuttavia, il nagasa (lunghezza della lama) più comunemente calza il profilo di un tachi o lama di una katana, che sarebbe una lama della lunghezza di più di 2 shaku (2 shaku = 60.6 cm, all’incirca 2 piedi) in lunghezza. Mentre nagamaki significa “lungo avvolgimento”, del quale ne sono stati trovati con il no ito (corda di avvolgimento), che rassomiglia molto all’impugnatura di un tachi lungo. Il Tsukamaki (avvolgimento dell’elsa) è anche più importante quando applicato alla tsuka del nagamaki. La corda permetteva di migliorare la presa dell’impugnatura e prestava integrità strutturale all’elsa in legno. I Nagamaki ritrovati senza avvolgimento nell’impugnatura generalmente avevano almeno un colletto in metallo attorno all’elsa dove iniziava l’estensione della lama. Non esistono regole solide governanti gli aspetti della realizzazione di un nagamaki. A differenza del wakizashi, del tantō e della katana, che hanno una storia di misure ristrette relative al nagasa e anche della tsuka in alcuni casi; il nagamaki varia nel nagasa, nagako (tang = parte del prolungamento della lunghezza della lama), stile di kissaki, ecc. Il nagamaki presumibilmente potrebbe avere un koshirae in una spada tachi o lo stile di una katana, così come lo stile del nagamaki, tuttavia vi sono esempi di nagamaki con un nagako (tang) piuttosto lungo che potrebbe essere adattato con un bastone più lungo per manico e funzioni più effettive come per il naginata. English: Thank You Arnaud Cousergue, for letting me once again translate your articles. This in particular has really made me think. Italiano: Grazie Arnaud Cousergue, per avermi permesso ancora una volta di tradurre i tuoi articoli. Questo in particolare mi ha fatto riflettere. Fonte: https://kumafr.wordpress.com/2015/02/25/failure-is-good/ Tutto ciò che apprendiamo nella Bujinkan è Ura e Omote. Lo stesso è nella vita. Così come desideriamo essere affermati nella vita o nel tatami, siamo spesso costretti a confrontarci con il fallimento. La tecnica non funziona, il progetto non ha avuto successo. Un guerriero sa quando il fallimento è inevitabile, tuttavia fa del proprio meglio per sopravvivere. Proprio perché in una lotta, la morte è sempre una possibilità, dobbiamo allenarci con l’obiettivo di evitare l’avventatezza. Ma come è possibile fare ciò? Allenandosi duramente e onestamente. Le persone spesso si scordano o perdono il proprio cuore quando le cose non vanno come si aspettavano andassero, non dovrebbero. Il fallimento è l’Omote del successo. Le persone di successo nella loro vita hanno fallito molte volte prima di raggiungere il successo. In prima elementare, Thomas Edison fu cacciato dalla scuola perché il suo insegnante pensava che fosse un ritardato! Churchill fallì due volte quando entrò alla Royal Military Academy di Sandhurst. Henry Ford andò in bancarotta ben cinque volte. L'elenco è interminabile. Questi uomini sono diventati famosi perché tutti possedevano una qualità in comune: La loro capacità di recupero raddoppiò grazie al loro coraggio. Possiamo imparare dal successo, ma la lezione non rimane dentro di noi così a lungo come per quella che si è imparata quando abbiamo fallito. Il fallimento è infatti il migliore insegnante, purché non ci arrendiamo. Sensei illustrò ciò quando tradusse il suo famoso “Bufu Ikkan” in “Keep going!” al suo primo Taikai Americano. Come persona o gruppo, o all’interno di una organizzazione, siamo allenati a mirare al successo, tuttavia dobbiamo ammettere che il fallimento ci insegna più di ciò che il successo fa. Questo apparente paradosso è facile da comprendere. Se siamo sempre persone di successo come possiamo aspettarci di continuare a migliorarci? Dopo un lungo periodo di risultati, la persona o entità perde la visione che lo ha reso possibile. In contrasto, continui fallimenti, creano più conoscenze che ripetuti successi. Il fallimento, quando non ci distrugge la vita, è la via più sicura per diventare una persona di successo. Abbiamo bisogno del successo, e dell’attitudine del “keep going” è la soluzione per scoprirlo. Per essere una futura persona di successo, dobbiamo sempre ricordarci degli errori che abbiamo commesso in passato. Perché ciò funzioni dobbiamo sviluppare alcune qualità. Queste sono la resilienza, il coraggio, il lavoro duro, la perseveranza e l’impegno. Edison ebbe difficoltà nell’inventare la lampadina. A un giornalista che gli chiese come si sentì dopo aver fallito 1000 volte, egli rispose semplicemente: “Non ho fallito 1000 volte. La lampadina fu un invenzione da 1000 scalini.” Lo stesso si applica al nostro taijutsu. Quando impariamo un nuovo waza, lo pratichiamo in modo errato. L’angolo è sbagliato, la velocità e il ritmo sono scorretti, viene applicata troppa forza, ecc. Tuttavia ad un certo punto dopo aver costantemente fallito, finalmente comprendiamo. Il successo è una questione di attitudine e lavoro duro. Nel dojo, apriamo e chiudiamo la sessione di allenamento con “Shikin Haramitsu Daikomyō”. Che significa che qualsiasi cosa ci accada, ci sarà sempre qualcosa di positivo che potremo imparare dalla nostra esperienza. Quindi siate felici di fallire, significa che state ancora imparando. Queste alcune citazioni* che vi piaceranno: “Fallire è una delle arti più grandi nel mondo. Un individuo fallisce verso il successo.” Charles Kettering. “Posso accettare il fallimento, tutti falliamo in qualcosa. Ma non posso accettare di non aver provato.” Michael Jordan “Il successo viene spesso raggiunto da coloro che non sanno che il fallimento è inevitabile.” Coco Chanel “Il fallimento è la chiave del successo; ogni sbaglio ci insegna qualcosa.” Morihei Ueshiba * Fonte: http://www.brainyquote.com/ Source: http://kasumian.com/2015/03/16/悟光護心-gokou-goshin-2/ English: Thank You Paul Masse, for allowing me to translate such a beautiful and deep work of art. Italiano: Grazie a Paul Masse, per avermi permesso di tradurre un così bello e profondo capolavoro che per me è arte. 悟光護心 Gokou Goshin Molti dei miei amici nella Bujinkan mi hanno chiesto di scrivere riguardo all'argomento di cui tratta il tema di quest'anno del dojo Bujinkan, così come è stato scritto dal Grande Maestro Hatsumi. Prima di tutto, probabilmente è consigliabile che questo non venga concepito come tema dell'anno, ma più come un principio guida per il vostro percorso nelle arti marziali e nella vita. I caratteri, così come sono scritti, sono "Illuminare", "Luce", "Proteggere" e "Cuore". Breve e succinto ma molto profondo così come lo sono molte cose semplici della vita. Mi ricorda il Sutra del Cuore. Si narra che nel Sutra del Cuore, l'intero Buddismo, sia essenza, e semplicemente ridotto a 260 caratteri cinesi o 16 frasi in inglese. In molte filosofie si dice all'inizio che il Maestro parla ma alla fine diventa silenzioso e in quel silenzio è il momento in cui la trasmissione, l'insegnamento avvengono. Le parole non sono più necessarie. Nel silenzio, nello spazio tra il maestro e l'allievo, avviene la comunicazione. Nel corso degli ultimi vent'anni nei quali ho vissuto e mi sono allenato in Giappone con Hatsumi Sensei, sembra che anche lui, che una volta calciava e colpiva come una tigre e saltava e roteava come un dragone, sia diventato più sottile, acuto, e aggraziato nei suoi movimenti. Qualcuno potrebbe dire più morbido, più piccolo o più delicato, ciò nonostante più pesante in ciò che fa, concetto questo, che tuttavia non può essere pesato. Ci fu un momento nel quale il suo poema sul gokui (極意ーsegreto interiore) esteso ed in movimento è diventato più abbreviato, condensato. Ciò nonostante, la sua compattezza è semplicità, come quella di un dipinto Zen, e aggiunge solennità e bellezza. Per me, questi quattro caratteri, Go Kou Go Shin, mi ricordano un poema più lungo che Sensei spesso ripeteva prima di ogni classe. Chihayaburu Kami no Oshie wa toko shie ni tadashiki kokoro mi wo mamoru ran. 千早ぶる神の教えは永遠に正しき心身を守るらん. Una poesia che può essere grossolanamente tradotta come "gli insegnamenti del divino proteggono sempre il cuore puro (corretto). E come Takamatsu Sensei una volta disse ad Hatsumi Sensei, "solo il cuore puro di uomo ha la connessione con il divino". Go Kou Go Shin, avete capito? Con l'età, il lungo poema diventa più compatto, e ridotto all'essenziale, come un buon vino, o un buon whiskey che richiedono molti anni di riposo nella botte. Così come Sensei si avvicina al suo 85° anno di età, i suoi insegnamenti diventano sempre più eleganti, apparentemente semplici, comunque più importanti con l'esperienza e la saggezza. In un antico testo indiano, si dice che al centro del nostro corpo, ci sia un piccolo tempio, circordato da un muro con undici finestre. Nascosto all'interno del tempio vi sia un loto che sta fiorendo. E all'interno del loto in fiore una piccola stanza. Brillante. Che ricerca più di tutti esteriormente l'illuminazione. Tuttavia, è qualcosa che già esiste dentro di noi. Deve solo essere scoperto, svelato, rivelato. Dobbiamo essere come degli archeologi. Questo è ciò che facciamo durante il nostro allenamento, qualsiasi sia l'allenamento che pratichiamo. Lottiamo per comprendere noi stessi e scoprire un tesoro. Le lacrime e il sudore del nostro allenamento servono per ammorbidire il terreno e a togliere tutto ciò è superfluo, lo sporco, per vedere dentro noi stessi, nei nostri cuori, e riscoprire quel tesoro che noi tutti abbiamo dentro - Nin Po. (忍宝ーil tesoro del nin) (Nin = perseveranza). Nell'allenamento è come se stessimo arando per preparare il terreno del nostro cuore. L'arare è semplicemente il creare lo spazio (kukan - 空間) nel terreno della vita per crescere, e fiorire più facilmente. L'allenamento ara i nostri cuori, facendo spazio nel nostro cuore alla scintilla da catturare e bruciare facendola brillare nella vastità dello spazio dentro di noi. Come il sole che ci dà la libertà e rende la vita nella terra possibile. Bruciare vividamente nella vastità dello spazio, il sole crea e protegge tutta la vita senza pregiudizio nella terra. Al sole non interessa del colore della nostra pelle, e di ciò in cui crediamo. Brilla imparzialmente su tutte le forme di vita. Tutti i colori, tutte le religioni, e su tutti gli stati. Senza confini. ** Il sole non ci chiede niente in cambio. Brucia per dare vita alla terra. Il sole non ci invia mai una bolletta da pagare, e il sole non negozia dei costi per stare con noi. Il Sole non ci dice mai "Vi dono 24 ore di luce". Senza il sole, tutta la vita nella terra morirebbe. Senza il sole non ci sarebbe vita. C'è un sole anche dentro di noi, (hikari 光, o pronunciato anche kou). Nudo e libero, anche lui, creerebbe una vita bellissima e proteggerebbe coloro sui quali i suoi raggi risplenderebbero. Nell'allenamento, ad un livello superiore, così come esiste il Satsujin Kan e il Katsujin Ken, così la spada che uccide e così la spada della vita, dobbiamo allenarci sul come portare il nostro avversario verso la vita. L'aspetto dell'uccidere nelle arti marziali è facile da comprendere, anche i bambini posso uccidere uomini allenati. Una volta che si ha la padronanza con l'aspetto dell'uccidere, un individuo dovrebbe voltarsi dall'altra parte e cambiare direzione. A 180 gradi. A questo punto dovremmo imparare a creare un supporto per la vita. Essendo sconfitti, come dice Sensei, l'intenzione di attaccare e uccidere, diamo l'opportunità al nostro avversario di vivere, per fargli forse vivere l'esperienza del fiorire. Muoversi con compassione, ed il cuore del gokui (insegnamento interiore) Amo issun no tama mushi, avvolgiamo gentilmente il nostro avversario per proteggere non solo noi stessi ma per proteggerlo, anche da noi stessi. Se ci muoviamo con paura e rabbia, uccidiamo e fermiamo la vita. Ma se sviluppiamo la percezione in noi stessi, possiamo muoverci con compassione e pertanto proteggere davvero la vita, permettendo al prossimo di fiorire. Come Sensei ha affermato, 'non esiste un avversario, l'avversario siamo noi stessi'. ** Magari ricorderete quando Hatsumi Sensei si recò all'estero per la prima volta, egli rimarcò "Sono un UFO, sono senza confini". Per diventare senza confini, dobbiamo continuamente guardare dentro a noi stessi e gettare via ciò che non è necessario, ciò di cui non abbiamo bisogno, per vedere attraverso quello in cui crediamo, per comprendere che siamo stati indottrinati da parte di altre culture, insegnamenti, religioni, politiche, ecc. Osservando, guardando attraverso loro, riuscite a visualizzare la connessione e il potere della natura suprema? Paul Masse |
Barbara BattistinA simple person with dreams, ambitions and heart as anybody else. ArchivesCategories |